“Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza. Puoi volare molto in alto.” Ayrton Senna

In presenza di un già ottimo allenamento a livello fisico, i margini di miglioramento di un atleta diventano inevitabilmente legati alla propria capacità di gestire la competizione dal punto di vista emotivo, psicologico e strategico.
Mente e corpo sono uniti in maniera indissolubile: possono o sostenersi a vicenda per raggiungere la vittoria desiderata, o ostacolarsi e renderla impossibile.

La preparazione a livello mentale ed emotivo viene a volte considerata secondaria rispetto al tradizionale allenamento sul campo o in palestra, ma in realtà se ben coltivata eleva decisamente la prestazione, ed in passato si è rivelata decisiva per la carriera di grandi campioni.
Si pensi ad esempio allo storico match di boxe tra George Foreman e Muhammad Ali: quest'ultimo, dato per sfavorito da tutti i bookmakers, fu straordinariamente abile nel comunicare col pubblico nelle settimane prima dell'incontro, tanto da portarlo completamente dalla propria parte. Inoltre essendo consapevole che difficilmente avrebbe vinto affidandosi esclusivamente alla preparazione fisica, adottò una strategia di combattimento cucita su misura sul proprio avversario, molto più forte fisicamente.

Il Coaching Strategico in ambito sportivo guida l'atleta verso la completa gestione delle proprie capacità, al fine di elevare al massimo la sua prestazione, superando ogni blocco psicologico o emotivo che potrebbero frenarlo o ostacolarlo durante le competizioni.

A differenza dei tanti corsi che offrono una serie di soluzioni predefinite per prepararsi mentalmente ad una gara, lasciando poi agli sportivi il compito di adattare il tutto al proprio contesto di allenamento, il percorso strategico viene cucito su misura sulle esigenze, obiettivi, caratteristiche fisiche e mentali dell'atleta.
Durante le sessioni di coaching vengono analizzate le prestazioni precedenti, la capacità di gestione dello stress e delle emozioni, le strategie adottate contro gli avversari, e vengono quindi date indicazioni precise su quali cambiamenti adottare per gestire questi aspetti al meglio del proprio potenziale. Successive verifiche e feedback consentono di correggere al meglio la strategica, accompagnando l'atleta fino al risultato finale desiderato.

Il percorso può essere seguito sia singolarmente, sia insieme al proprio allenatore, ed è adatto sia al singolo sportivo, sia alla squadra al completo.

Il coach strategico o metal coach non sostituisce in alcun modo il proprio istruttore o commissario tecnico: si limita ad offrire anche a quest'ultimo maggiori strumenti per affrontare i limiti psicologici ed emotivi dei propri atleti, e per potenziarne ulteriormente le risorse.
L'esperienza e la professionalità del proprio allenatore diventano in questo caso fondamentali per accompagnare lo sportivo attraverso il percorso di coaching: anche il tecnico viene guidato in un percorso di scoperta dei limiti e delle qualità più nascoste dei propri atleti, rendendo più semplice stabilire come proseguire nell'allenamento quotidiano.

Sono molteplici i problemi che possono ostacolare la prestazione sportiva, e la prima fase di Coaching Strategico si occupa di analizzare il problema nella sua specificità e originalità, anche in relazione al tipo di sport praticato: a volte si sottovaluta il fatto che una soluzione che ha funzionato in passato nell'affrontare una competizione, potrebbe essere del tutto controproducente in un'altra gara con caratteristiche diverse.
Si pensi ad esempio a quanto sia diverso lo stress del preparare una gara da una posizione di ranking più bassa, rispetto alla pressione che si ha da campioni e favoriti per la vittoria.

Tra i principali problemi che devono affrontare gli atleti e i propri allenatori possiamo citare:

  • Incapacità di mantenere costante la prestazione: si ottengono picchi di performance, ma anche tante prestazioni nella media.
  • Difficoltà nel tornare ad allenarsi o gareggiare dopo un infortunio.
  • Anche in presenza di una forte motivazione, incapacità di seguire efficientemente un piano di preparazione alla gara.
  • Difficoltà nello stabilire quale sia la miglior strategia da adottare contro un determinato avversario. È ad esempio il caso di uno schermidore che gestisce i propri assalti andando principalmente di parata e risposta, ed ha problemi con avversari che rimangono sulla difensiva e non si fanno provocare. Oppure può riguardare un praticante di arti marziali che è molto abile nell'attaccare, ma ha difficoltà nel gestire avversari veloci e aggressivi che richiedono maggiore attenzione nel parare i colpi.
    Spesso il limite di un atleta sta nel tendere a perfezionare solo quel che gli riesce meglio fare, sottovalutando il resto.
  • Paura della vittoria: difficoltà a spingere al massimo quando ci si avvicina ai momenti più cruciali di una competizione, con forte aumenta dell'ansia di ottenere il risultato, oppure difficoltà nel gestire il peso della propria posizione in classifica quando dopo un successo si torna a gareggiare come campione da battere.
  • Difficoltà nel fare gioco di squadra.
  • Incapacità di gestire la sconfitta: l'insuccesso diventa un peso che blocca o frena, invece di fornire energia e motivazione per avere una miglior performance nella competizione successiva.
  • Difficoltà nell'affrontare avversari provocatori o che utilizzino metodi per far perdere la concentrazione, o riduzione abituale della prestazione in presenza di un pubblico ostile schierato a favore del proprio avversario.
  • Ansia da prestazione e riduzione della performance nell'ambito di gare che contano: ad esempio in presenza di un osservatore che deve valutare l'idoneità dell'atleta nel salire di categoria.
  • L'allenatore, per quanto competente, non riesce a farsi seguire da particolari giocatori, o ha difficoltà nel farli collaborare tra loro come squadra.
    Oppure riesce ad allenare ai massimi livelli una tipologia di atleti, ma ha problemi ad elevare le prestazioni di altri: si tratta ad esempio del caso in cui l'apprendimento di una nuova tecnica è semplice per alcuni che riescono a riprodurla vedendola semplicemente eseguita, mentre altri richiedono un ulteriore lavoro di spiegazione delle varie parti che la compongono per consentirgli di assimilarla al meglio.
  • Blocco della prestazione o aumento degli errori commessi in gara, che diventano maggiori in proporzione a quanto l'atleta si sforzi di ottenere la prestazione perfetta.
  • Dopo aver conseguito grandi risultati, difficoltà di gestire la pressione e le aspettative del proprio pubblico, o problemi nel gestire il rapporto e la comunicazione con media e organi di stampa: si pensi a quanti atleti anche di grande talento abbiano avuto la propria permanenza in una squadra compromessi da pessimi atteggiamenti nei confronti dei propri sostenitori, oppure abbiano giocato costantemente sotto pressione a causa di una stampa resa ostile dalle proprie dichiarazioni o comportamenti in pubblico.


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" Grazie al Coaching Strategico accompagno l'atleta o l'allenatore nello scoprire quali siano i limiti e le difficoltà mentali ed emotive durante le gare o l'allenamento, quali soluzioni stiano funzionando e quali siano invece da evitare, e costruiamo insieme un percorso di crescita personale su misura per le sue capacità, necessità e obiettivi da raggiungere. "

" Invece di pensare a ciò che non puoi fare per colpa di ciò che non hai, pensa a cosa puoi fare grazie a quello che hai. " Alex Zanardi

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