Molti anni fa Cesare Pavese scriveva: "tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri".


Per tutto il periodo di contenimento del Covid-19 in sede di primo appuntamento viene da me abitualmente proposto di effettuare le sedute mediante la terapia online, dopo averne valutata la probabilità di efficacia sul caso presentato e la possibilità di un utilizzo agevole da parte del paziente. Gli incontri avvengono mediante Skype, che i pazienti sprovvisti di computer possono installare anche sul proprio tablet o smartphone.
È dunque opportuno fornire maggiori informazioni su questo nuovo strumento terapeutico.


La pandemia da Coronavirus Sars-Cov-2 ha drasticamente cambiato le nostre vite, e con esse il nostro modo di fruire di beni e servizi, oltre che di comunicare e di incontrarci: dal 2020 ogni giorno viviamo nel paradosso del doverci prendere cura delle persone a noi più care stando il più possibile a distanza.
Regole di contenimento severe provocano inevitabilmente non solo problematiche di tipo economico: angoscia, solitudine, paura, rabbia sono inevitabili e naturali, ma se protratte nel tempo possono portare a disturbi psicologici che diventano impossibili da risolvere senza un aiuto esterno.
Anche in questo caso si apre un paradosso: chi ha più bisogno di aiuto per riuscire a gestire questi mesi complicati di pandemia si trova a dover tutelare la propria salute rimanendo il più possibile in casa, distante dagli altri.

Per garantire la sicurezza di lavoratori e clienti la tecnologia è venuta in nostro aiuto, e tanti lavori sono passati alla via telematica: anche chi aveva scarsa conoscenza di Internet e computer ha dovuto adattarsi in modo flessibile alla situazione; nomi come Zoom, Skype o WhatsApp sono diventati ancora più comuni e di uso quotidiano.
Essendo stato chiaro fin dai primi mesi del 2020 che un superamento della pandemia avrebbe richiesto tempi lunghi, tutti gli strumenti di comunicazione tecnologici usati inizialmente in emergenza sono stati progressivamente accettati, e il loro utilizzo nei vari contesti lavorativi è stato ulteriormente studiato e perfezionato, in modo da renderli più semplici e di facile utilizzo anche per chi non li aveva mai utilizzati prima. I medici ad esempio hanno introdotto l'uso della videochiamata per effettuare il monitoraggio della quarantena dei positivi al virus, oppure le scuole hanno introdotto le lezioni a distanza per proseguire l'anno scolastico quando le regole di contenimento implicano la chiusura della didattica in presenza.
Anche la cura in ambito psicologico ha visto un utilizzo sempre maggiore della terapia online. Gli Ordini degli Psicologi a livello regionale e nazionale hanno da subito suggerito questa modalità di terapia come preferibile durante la pandemia, invitando ad effettuare sedute in presenza solo qualora non fosse possibile utilizzare strumenti telematici alternativi.
A partire da Marzo 2020 anche il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e la sua rete di psicoterapeuti ufficiali hanno trasferito una parte delle sedute in modalità online.


Sono evidenti i vantaggi dal punto di vista pratico durante un periodo di emergenza sanitaria.
La terapia mediante videochiamata è il solo sistema che possa garantire al paziente la sicurezza al 100% di assenza di contagio durante gli incontri col proprio terapeuta, poiché non richiede presenza in studio o in sala di attesa. Consente di poter effettuare le sedute dalla comodità della propria abitazione, senza esporsi a spostamenti a piedi o con i mezzi pubblici, riducendo ulteriormente il rischio di contatto o assembramento.
Il colloquio senza l'ansia del rispetto di norme e distanze rende inoltre meno complicato il rapporto col proprio terapeuta, poiché il dialogo può avvenire finalmente senza mascherine, pareti di plexiglass o procedure di igienizzazione.
Dal punto di vista della comunicazione esistono tuttavia alcune differenze sostanziali rispetto alle sedute in studio. Per citare solo alcuni aspetti: per quanto le webcam siano di qualità lo psicologo non potrà utilizzare lo sguardo nella stessa maniera di una seduta in presenza, una parte di linguaggio non verbale verrà meno e il paziente attraverso l'immagine sul monitor avrà una percezione del terapeuta del tutto diversa.


Il modello strategico ha mostrato negli anni come si possa conoscere meglio un problema attraverso la sua soluzione, ossia attraverso le tecniche che vengono utilizzate per modificarlo in vista dell'obiettivo finale; durante il processo di cambiamento le manovre che funzionano vengono mantenute, quelle che non portano al risultato vengono sostituite. Questo modo di procedere è stato applicato anche alla terapia online in modo da renderla il più possibile efficace nel prendersi cura dei pazienti a distanza, tenendo ben presenti tutti i limiti e le sfide di questo nuova modalità di comunicazione. Il modo di effettuare le sedute non è stato modificato radicalmente, ma è stato sperimentato un adattamento del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale, al fine di assicurare il corretto funzionamento del metodo. Una misurazione successiva dei casi trattati per via telematica ha mostrato quanto i risultati siano in linea con quelli ottenuti in presenza.


Nella pubblicazione "Pragmatica della comunicazione digitale: Agire con efficacia online - di Stefano Bartoli, Simona Milanese, Giorgio Nardone - Ponte alle Grazie - 2021" viene mostrato il percorso di ricerca intervento che ha portato a questo nuovo adattamento del modello strategico al contesto della comunicazione online, con esempi su come si possano raggiungere i propri obiettivi di cambiamento anche attraverso forme di comunicazione telematica.


Partendo dunque da una grave situazione problematica dettata dalla pandemia, e cercando soluzioni funzionali per gestirla, si è arrivati a una ulteriore modalità di cura psicologica che permette di raggiungere con la terapia anche soggetti in grave difficoltà a causa dei tanti sacrifici imposti dal contenimento del Covid-19.
Basti pensare a quanti si trovano a dover affrontare la quarantena dopo un tampone positivo: quando l'angoscia quotidiana diventa insopportabile e provoca disturbi psicologici veri e propri, il contatto mediante la videochiamata può consentire di ricevere un sostegno psicologico, con indicazioni precise su come gestire al meglio le giornate passate in solitudine.


Un tale intervento allenta anche la tensione nei familiari, che spesso si sentono completamente impotenti di fronte al dolore di un proprio congiunto malato, dal quale devono stare distanti: il supporto psicologico è di aiuto nel trovare nuovi modi per far sentire la propria vicinanza, nel rispetto delle regole sanitarie.


Come scriveva Dostoevskij: "è nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama".