Il dubbio patologico è una modalità di ragionamento ossessivo ben diffuso nella popolazione, ed è spesso fonte di grave sofferenza per le persone che lo subiscono.

Tutti noi cerchiamo di raccogliere informazioni dal mondo circostante e ci poniamo continuamente domande su quale sia il metodo migliore per affrontare i ricordi del passato, il presente e il futuro. Si tratta di un tentativo di controllare le situazioni di vita costruendo piani di azione o dando spiegazioni logiche con la nostra mente, che spesso viene usato per ridurre l'ansia rispetto al doverle affrontare.
Possiamo ad esempio chiederci quale sia il modo migliore per gestire il rapporto col nostro capo al lavoro, come organizzeremo il prossimo viaggio, o cosa sarebbe stato meglio dire per evitare di far arrabbiare un amico.

Molte delle domande che ci poniamo sono del tutto intelligenti, e di solito implicano un ridotto quantitativo di tempo speso a ragionarci per trovare una soluzione e poi passare oltre.
Ma se ci poniamo domande in maniera scorretta, il tentativo di trovare risposte può intrappolare la nostra mente in un circolo vizioso, con una continua ricerca di una soluzione che non ci renderà mai soddisfatti, anzi che aumenterà il numero di interrogativi e dubbi iniziali, ne accrescerà la loro grandezza e importanza ai nostri occhi, e ci farà sprofondare in una angoscia per il dubbio irrisolto che accompagnerà gran parte della giornata.

Un dubbio patologico può nascere da domande inizialmente logiche: " Se avessi scelto un lavoro diverso sarei oggi più felice ? Quell'amico è sincero con me, o si comporta gentilmente solo per convenienza ? Quale scelta universitaria è la migliore in assoluto per me ? "
Ma può anche originare da domande più insolite o bizzarre: " Potrei perdere il controllo di me stesso e uccidere i miei familiari ? Come posso avere la certezza che un mago non mi abbia fatto il malocchio ? Se diventassi depresso mi suiciderei ? "
Si tratta di domande per le quali è impossibile trovare una risposta definitiva e oggettiva, ma il sottoporle ad argomentazioni razionali innesca un circolo vizioso ossessivo di ragionamento senza fine.

Si dice che non ci sono risposte intelligenti a domande stupide, mal poste o di impossibile soluzione, ma se le cerchiamo, ecco che il tentativo di risposta intelligente ci ingannerà facendoci credere che la domande fossero intelligenti e meritevoli di risposta. Proseguiremo nella ricerca di una risposta che mai ci soddisferà completamente, e che alimenterà il nostro dubbio iniziale, gettando benzina sul fuoco.

Il dubbio quando patologico è un tarlo che si presenta per gran parte della giornata, rende quelle domande assolutamente fondamentali per noi; ogni argomentazione che sembra definitiva è subito seguita da altre argomentazioni che la rimettono in discussione, e che richiedono ulteriore ragionamento.

Prendiamo in esame un dubbio patologico relativo al futuro.
Un autista deve effettuare un viaggio impegnativo di centinaia di chilometri, è preoccupato poichè non lo ha mai fatto prima, e per calmare la propria ansia comincia a chiedersi come fare per viaggiare in assoluta sicurezza e al riparo da incidenti.
È evidente come sia impossibile trovare soluzioni che assicurino la certezza di non dover affrontare situazioni problematiche lungo il cammino, ma se l'autista parte da quella premessa e cerca le risposte, innescherà un pessimo circolo vizioso.
Comincia dunque a trovare le prime risposte sul tipo di manutenzione da effettuare sulla propria autovettura per evitare guasti, e arriva il primo dubbio: " Cosa farei se la mia macchina fosse in regola, ma ci fossero condizioni meteo avverse e pericolose ? "
Per calmare la propria ansia consulta le informazioni meteo e le trova rassicuranti, ma un altro dubbio emerge: " e se le previsioni fossero sbagliate ? "
Proseguendo con il tentativo di trovare risposte rassicuranti, comincia a pensare a una serie di eventi atmosferici da affrontare, e i dubbi aumentano: " Potrei guidare più piano con la pioggia, ma come farei se la visibilità fosse limitata da un forte temporale o dalla nebbia ? E se la mia macchina rimanesse perfettamente in carreggiata, ma un'altra sbandasse per la pioggia ? Potrei fare una manovra di emergenza, ma come posso fare se la strada fosse stretta e non ci fosse spazio ? "

Si tratta di domande alle quali è impossibile rispondere con certezza assoluta, perchè per farlo occorrerebbe viaggiare nel futuro con una macchina del tempo, e seguire tutto il tragitto di quel giorno.
Ma più l'autista cercherà risposte per calmare la propria ansia, più avrà dubbi su altri possibili pericoli.
Cosa ancor peggiore, la sua ansia crescerà poichè avrà in mente una serie di possibili situazioni alle quali inizialmente non aveva pensato: " Cosa farò se improvvisamente scoppia una delle ruote, o se qualcuno mi taglia la strada di notte ? "
Quello che all'inizio sembrava un viaggio che lo preoccupava relativamente, andando avanti nella ricerca di risposte tranquillizzanti gli sembrerà sempre più incerto e minaccioso, nonostante non vi sia alcuna prova che dovrà effettivamente affrontare tutti i pericoli che ha immaginato.
Il dubbio, diventato patologico per effetto dell'eccessivo ragionamento, lo porterà a pensare che probabilmente sia meglio non partire. E potrebbe inoltre innescare ulteriori dubbi sulla sicurezza alla guida anche in altri ambiti del proprio lavoro.

Questa tipologia di pensiero patologico alimenta se stesso: inizia con pochi dubbi circoscritti, per poi espandersi e poter arrivare nei casi più gravi a gran parte della vita: tutto viene messo in discussione, e più si cerca di tranquillizzarsi più cresce l'incertezza, l'ansia e l'angoscia.

Quando il soggetto è ormai prigioniero dei propri dubbi occorre un intervento esterno da parte dello psicoterapeuta per poter rompere il circolo vizioso di domande e risposte.
Per ottenere questo obiettivo attraverso la Terapia Breve Strategica occorre inizialmente valutare quali siano i dubbi patologici in atto, come si influenzano reciprocamente, quali soluzioni stia utilizzando il soggetto per cercare di risolverli.
Vengono quindi prescritti dei metodi alternativi per affrontare i dubbi, che il paziente utilizzerà ogni giorno, in modo da ridurre e poi eliminare il tentativo di risposta ad essi.
Non è infatti possibile evitare di pensare ai dubbi, perchè quelli arriveranno, ma con il corretto metodo è possibile inibire le risposte, in modo da togliere forza ai dubbi iniziali, e farli prima defluire e poi scomparire.
Dove necessario vengono aggiunte semplici tecniche di scrittura per risolverli in tempi brevi e con poco ragionamento.
Seguirà una fase di consolidamento dei risultati ottenuti, nella quale si verifica che il paziente prosegua nel distinguere i dubbi intelligenti da quelli patologici, ed eviti di alimentarne di nuovi ripetendo le vecchie soluzioni che non avevano funzionato.

Una mente che ragiona troppo partendo da premesse sbagliate può intrappolare se stessa, ma fortunatamente ha tutti i mezzi per superare i propri blocchi una volta guidata nella direzione giusta per superarli.

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